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PALESTINA: CONTINUA L’AGGRESSIONE MILITARE ISRAELIANA A GAZA E IN CISGIORDANIA. DUBBI SULLA REALE RIPRESA DELLE TRATTATIVE

 
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Continua l’assalto militare israeliano nella Striscia di Gaza.
Nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 luglio, almeno quattro persone sono state uccise, e diverse altre ferite, nei bombardamenti israeliani che hanno colpito Gaza city. Come al solito, l’esercito occupante sostiene di condurre operazioni mirate contro i combattenti di Hamas nel centro della Striscia, mentre espande le operazioni di terra e continua a intimare a migliaia di persone di evacuare aree di Gaza city, tra cui i quartieri di Tuffah, Daraj e Old City. I combattimenti proseguono inoltre, da oltre una settimana, nel quartiere di Shujaja – dove l’Idf sostiene di aver ucciso decine di combattenti palestinesi – e nella città meridionale di Rafah. Anche qui Israele sostiene di aver ucciso 30 combattenti palestinesi. Raid israeliani anche su Khan Yunis.

Nelle stesse ore, raid e violenze israeliane anche nella Cisgiordania occupata.
Pesanti attacchi dell’esercito israeliano hanno interessato la città di Nablus, dove i militari si preparano a scortare i coloni alla Tomba di Yusuf, luogo sacro per tutte le religioni abramitiche: cristiani, ebrei, musulmani e samaritani. I raid israeliani hanno però interessato, ancora una volta, tutta la West Bank, dove si sono registrati 9 arresti tra i palestinesi. Tra loro, sei giovani rapiti a nordest di Jenin, un altro preso a Qalqylia e altri due nella zona di Betlemme. “Sono più di 9.700 i palestinesi nelle carceri israeliane, tra cui 3.380 persone in detenzione amministrativa” – ha fatto sapere nella giornata di domenica 7 luglio, la Palestinian Prisoner’s Society.

La tensione rimane molto alta anche sulla linea di demarcazione con il Libano, dove anche stanotte i bombardamenti di Tel Aviv hanno ucciso una persona mentre viaggiava sulla sua motocicletta nell’area di Qlaileh, distretto di Tiro, nel sud libanese. Colpita dall’artiglieria pesante israeliana, poco dopo la mezzanotte di domenica, anche la città di Burj al-Muluk. Raid anche sulla regione montuosa di Jabal Toura. Qui l’esercito israeliano sostiene di aver preso di mira avamposti degli Hezbollah a Tallouseh, Hula e Aita al-Shaab. I media libanesi, però, sostengono che l’attacco abbia colpito una fattoria uccidendo decine di bestie.

Un aggiornamento con Fabrizio Minini, cooperante italiano rientrato recentemente da Gaza in costante contatto con altri cooperanti sul posto. Ascolta o scarica

Sul fronte diplomatico, i negoziati per il cessate il fuoco sembrano essere ripresi dopo mesi di stallo, ma permangono forti dubbi circa la reale volontà di Israele di trattare.
Oggi il capo dello Shin Bet israeliano, Ronen Bar, si è recato al Cairo per incontrare i mediatori. La proposta sul tavolo è, di fatto, ancora quella presentata dal governo Usa di Biden settimane fa che, per prima cosa, prevede un cessate il fuoco temporaneo e lo scambio di prigionieri – prima di tutti donne, anziani e malati – con altrettanti detenuti palestinesi. In precedenza Hamas aveva insistito affinché Israele ponesse fine definitivamente all’aggressione militare a Gaza in cambio di circa 120 israeliani ancora detenuti nella Striscia, ma il movimento islamico palestinese ora avrebbe lasciato intendere un certo grado di flessibilità, inviando a Israele una nuova proposta nei giorni scorsi. Questa non richiederebbe più l’impegno israeliano per un cessate il fuoco permanente come condizione per riprendere il dialogo, ammettendo che questo obiettivo si possa raggiungere durante la prima fase di sei settimane del cessate il fuoco. Netanyahu, invece, ha ribadito la sua chiusura, affermando che Israele non accetterà alcun accordo che non gli permetta di “riprendere i combattimenti finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi della guerra”.

Da Amman, l’analisi di Ali Rashid, giornalista e già primo segretario presso l’ambasciata palestinese di Roma. Ascolta o scarica

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Nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 luglio, almeno quattro persone sono state uccise, e diverse altre ferite, nei bombardamenti israeliani che hanno colpito Gaza city. Come al solito, l’esercito occupante sostiene di condurre operazioni mirate contro i combattenti di Hamas nel centro della Striscia, mentre espande le operazioni di terra e continua a intimare a migliaia di persone di evacuare aree di Gaza city, tra cui i quartieri di Tuffah, Daraj e Old City. I combattimenti proseguono inoltre, da oltre una settimana, nel quartiere di Shujaja – dove l’Idf sostiene di aver ucciso decine di combattenti palestinesi – e nella città meridionale di Rafah. Anche qui Israele sostiene di aver ucciso 30 combattenti palestinesi. Raid israeliani anche su Khan Yunis.

Nelle stesse ore, raid e violenze israeliane anche nella Cisgiordania occupata.
Pesanti attacchi dell’esercito israeliano hanno interessato la città di Nablus, dove i militari si preparano a scortare i coloni alla Tomba di Yusuf, luogo sacro per tutte le religioni abramitiche: cristiani, ebrei, musulmani e samaritani. I raid israeliani hanno però interessato, ancora una volta, tutta la West Bank, dove si sono registrati 9 arresti tra i palestinesi. Tra loro, sei giovani rapiti a nordest di Jenin, un altro preso a Qalqylia e altri due nella zona di Betlemme. “Sono più di 9.700 i palestinesi nelle carceri israeliane, tra cui 3.380 persone in detenzione amministrativa” – ha fatto sapere nella giornata di domenica 7 luglio, la Palestinian Prisoner’s Society.

La tensione rimane molto alta anche sulla linea di demarcazione con il Libano, dove anche stanotte i bombardamenti di Tel Aviv hanno ucciso una persona mentre viaggiava sulla sua motocicletta nell’area di Qlaileh, distretto di Tiro, nel sud libanese. Colpita dall’artiglieria pesante israeliana, poco dopo la mezzanotte di domenica, anche la città di Burj al-Muluk. Raid anche sulla regione montuosa di Jabal Toura. Qui l’esercito israeliano sostiene di aver preso di mira avamposti degli Hezbollah a Tallouseh, Hula e Aita al-Shaab. I media libanesi, però, sostengono che l’attacco abbia colpito una fattoria uccidendo decine di bestie.

Un aggiornamento con Fabrizio Minini, cooperante italiano rientrato recentemente da Gaza in costante contatto con altri cooperanti sul posto. Ascolta o scarica

Sul fronte diplomatico, i negoziati per il cessate il fuoco sembrano essere ripresi dopo mesi di stallo, ma permangono forti dubbi circa la reale volontà di Israele di trattare.
Oggi il capo dello Shin Bet israeliano, Ronen Bar, si è recato al Cairo per incontrare i mediatori. La proposta sul tavolo è, di fatto, ancora quella presentata dal governo Usa di Biden settimane fa che, per prima cosa, prevede un cessate il fuoco temporaneo e lo scambio di prigionieri – prima di tutti donne, anziani e malati – con altrettanti detenuti palestinesi. In precedenza Hamas aveva insistito affinché Israele ponesse fine definitivamente all’aggressione militare a Gaza in cambio di circa 120 israeliani ancora detenuti nella Striscia, ma il movimento islamico palestinese ora avrebbe lasciato intendere un certo grado di flessibilità, inviando a Israele una nuova proposta nei giorni scorsi. Questa non richiederebbe più l’impegno israeliano per un cessate il fuoco permanente come condizione per riprendere il dialogo, ammettendo che questo obiettivo si possa raggiungere durante la prima fase di sei settimane del cessate il fuoco. Netanyahu, invece, ha ribadito la sua chiusura, affermando che Israele non accetterà alcun accordo che non gli permetta di “riprendere i combattimenti finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi della guerra”.

Da Amman, l’analisi di Ali Rashid, giornalista e già primo segretario presso l’ambasciata palestinese di Roma. Ascolta o scarica

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