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Cent'anni a Nordest, presentazione a Trieste, part 2

55:40
 
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La prima presentazione del «Ventre della Bestia Tour» si è tenuta al Lunatico Festival di Trieste, nel parco di S. Giovanni, la sera dell’8 agosto 2015. Sono arrivate non meno di 250 persone, il dibattito è stato intenso e ne proponiamo la registrazione, divisa in due parti, ciascuna dotata di un indice ragionato.
SECONDA PARTE – DIBATTITO, TRA PUTIN E I DISERTORI – 55’40”
Domande 1 e 2. Un parere sui libri di Massimo Carlotto? – Tuco: il confine orientale come cartina di tornasole per identificare elementi di destra a sinistra – il recente revival “arditista” e “fiumano” nell’estrema sinistra, soprattutto a Roma – È possibile risemantizzare simboli rimasti a lungo a destra, simboli usati dal fascismo? – È esistito “il compagno D’Annunzio”? – Il racconto dell’impresa di Fiume è sempre stato italocentrico e ne ha ignorato il carattere imperialista e razzista.
WM1. Claudia Cernigoi ha esposto un metodo empirico per riconoscere i rossobruni – Lo “sforzo di sintesi” di Tuco – Da dove è partita la “rivalutazione da sinistra” dell’impresa fiumana – I danni fatti da Hakim Bey – Gli studi più seri di Claudia Salaris – Giustissimo recuperare la memoria degli Arditi del Popolo, però poi si è sbracato – L’intossicazione di certi simboli è irreversibile, si veda la svastica – «Da Roma di queste cose non potete capire un cazzo» – A proposito dei RASH (Red & Anarchist Skin Heads), una precisazione doverosa. – Riguardo a Carlotto: è un grande esploratore del Nordest, inteso come Veneto, del quale ha mostrato la mostrificazione antropologica.
Domanda 3: quali sono le differenze tra l’austronostalgia triestina e quella veneta? – Intervento di Peter Behrens, segretario provinciale del PRC: la multiculturalità triestina di cent’anni fa era un prodotto delle immigrazioni, anche oggi saranno le immigrazioni a fare di nuovo di Trieste una città multiculturale – Domanda 4, Olivieri: la «rinazionalizzazione delle masse».
WM1. La dialettica tra globalizzazione neoliberista e rinazionalizzazione delle masse – Il rapporto tra problema e falsa soluzione – I capri espiatori: migranti e zingari – Gli studi di George L. Mosse sulla genesi dei fascismi – Fondamentale la notazione di Behrens, la retrospezione rosea sul multiculturalismo austroungarico. – Sulla differenza tra le austronostalgie – in Veneto e in Trentino è presente l’elemento del tradizionalismo cattolico, a Trieste (città storicamente laica) molto meno.
Metz. La questione del putinismo, tutti a tirare Putin per la giacchetta – Manca un’inchiesta sui rubli che arrivano in Italia.
WM1. Precisiamo che i “rubli” sono una metafora, Putin paga in dollari e in euro – Di soldi russi ne sono sicuramente arrivati anche a Trieste – Il referendum on line per l’indipendenza del Veneto e la TV di stato russa: a gh’è quèl ac tragia – Perché la Russia di Putin non è una forza antimperialista – Il fascino delle teorie “eurasiatiste” e di Aleksandr Dugin – Dugin è l’aedo della politica estera di Putin – Quasi tutte le estreme destre d’Europa sono duginiste e putiniste – C’è anche una fascinazione per Putin come “uomo forte” – Putin che cavalca a torso nudo rivela l’omosessualità latente dei fascisti.
Intervento di Alberto Volpi della libreria «In Der Tat» – Ci voleva un libro più approfondito – Non sono d’accordo col discorso di Andrea, che sminuiva le particolarità di Trieste – Nel corso della sua vita, mio nonno ha cambiato appartenenza statale cinque volte, senza mai lasciare Trieste – L’industria di questa città è stata smantellata dall’Italia – Domanda di Olivieri: i fantasmi della diserzione.
WM1. Perché un libro “breve” – Cent’anni a Nordest è un file zippato e fa parte di una rete di discorsi – «Ho appena finito di leggere Cent’anni a Nordest» – Il libro serviva adesso, il centenario è adesso – Metamorfosi etniche di Piero Purini e la collana «Resistenza storica» delle edizioni KappaVu – Le particolarità di questo territorio devono essere giocate per raccontare l’Italia intera – Anche a Bolzano si potrebbero enumerare molte appartenenze statali successive negli ultimi cento anni – Ci sono altre zone d’Italia dove la rivendicazione indipendentista parte dalla denuncia di uno smantellamento dell’industria locale: anche i neoborbonici fanno quel discorso. – E ora i disertori – Riabilitare i disertori di cent’anni fa significa parlare di oggi, promuovere la diserzione di cui c’è bisogno oggi – L’Italia sta per partecipare a nuove guerre – Ci stiamo armando fino ai denti – L’insospettata importanza delle lotte per cambiare toponimi e nomi delle vie – Via l’assassino Cadorna dai nomi di piazze e vie – Nel momento in cui dominano il culto del capo e il «ci pensa lui», la diserzione è importantissima – Bentornati, fantasmi della diserzione.
[N.B. L’audio integrale della serata è scaricabile anche come cartella zippata, 201 mega]
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SECONDA PARTE – DIBATTITO, TRA PUTIN E I DISERTORI – 55’40”
Domande 1 e 2. Un parere sui libri di Massimo Carlotto? – Tuco: il confine orientale come cartina di tornasole per identificare elementi di destra a sinistra – il recente revival “arditista” e “fiumano” nell’estrema sinistra, soprattutto a Roma – È possibile risemantizzare simboli rimasti a lungo a destra, simboli usati dal fascismo? – È esistito “il compagno D’Annunzio”? – Il racconto dell’impresa di Fiume è sempre stato italocentrico e ne ha ignorato il carattere imperialista e razzista.
WM1. Claudia Cernigoi ha esposto un metodo empirico per riconoscere i rossobruni – Lo “sforzo di sintesi” di Tuco – Da dove è partita la “rivalutazione da sinistra” dell’impresa fiumana – I danni fatti da Hakim Bey – Gli studi più seri di Claudia Salaris – Giustissimo recuperare la memoria degli Arditi del Popolo, però poi si è sbracato – L’intossicazione di certi simboli è irreversibile, si veda la svastica – «Da Roma di queste cose non potete capire un cazzo» – A proposito dei RASH (Red & Anarchist Skin Heads), una precisazione doverosa. – Riguardo a Carlotto: è un grande esploratore del Nordest, inteso come Veneto, del quale ha mostrato la mostrificazione antropologica.
Domanda 3: quali sono le differenze tra l’austronostalgia triestina e quella veneta? – Intervento di Peter Behrens, segretario provinciale del PRC: la multiculturalità triestina di cent’anni fa era un prodotto delle immigrazioni, anche oggi saranno le immigrazioni a fare di nuovo di Trieste una città multiculturale – Domanda 4, Olivieri: la «rinazionalizzazione delle masse».
WM1. La dialettica tra globalizzazione neoliberista e rinazionalizzazione delle masse – Il rapporto tra problema e falsa soluzione – I capri espiatori: migranti e zingari – Gli studi di George L. Mosse sulla genesi dei fascismi – Fondamentale la notazione di Behrens, la retrospezione rosea sul multiculturalismo austroungarico. – Sulla differenza tra le austronostalgie – in Veneto e in Trentino è presente l’elemento del tradizionalismo cattolico, a Trieste (città storicamente laica) molto meno.
Metz. La questione del putinismo, tutti a tirare Putin per la giacchetta – Manca un’inchiesta sui rubli che arrivano in Italia.
WM1. Precisiamo che i “rubli” sono una metafora, Putin paga in dollari e in euro – Di soldi russi ne sono sicuramente arrivati anche a Trieste – Il referendum on line per l’indipendenza del Veneto e la TV di stato russa: a gh’è quèl ac tragia – Perché la Russia di Putin non è una forza antimperialista – Il fascino delle teorie “eurasiatiste” e di Aleksandr Dugin – Dugin è l’aedo della politica estera di Putin – Quasi tutte le estreme destre d’Europa sono duginiste e putiniste – C’è anche una fascinazione per Putin come “uomo forte” – Putin che cavalca a torso nudo rivela l’omosessualità latente dei fascisti.
Intervento di Alberto Volpi della libreria «In Der Tat» – Ci voleva un libro più approfondito – Non sono d’accordo col discorso di Andrea, che sminuiva le particolarità di Trieste – Nel corso della sua vita, mio nonno ha cambiato appartenenza statale cinque volte, senza mai lasciare Trieste – L’industria di questa città è stata smantellata dall’Italia – Domanda di Olivieri: i fantasmi della diserzione.
WM1. Perché un libro “breve” – Cent’anni a Nordest è un file zippato e fa parte di una rete di discorsi – «Ho appena finito di leggere Cent’anni a Nordest» – Il libro serviva adesso, il centenario è adesso – Metamorfosi etniche di Piero Purini e la collana «Resistenza storica» delle edizioni KappaVu – Le particolarità di questo territorio devono essere giocate per raccontare l’Italia intera – Anche a Bolzano si potrebbero enumerare molte appartenenze statali successive negli ultimi cento anni – Ci sono altre zone d’Italia dove la rivendicazione indipendentista parte dalla denuncia di uno smantellamento dell’industria locale: anche i neoborbonici fanno quel discorso. – E ora i disertori – Riabilitare i disertori di cent’anni fa significa parlare di oggi, promuovere la diserzione di cui c’è bisogno oggi – L’Italia sta per partecipare a nuove guerre – Ci stiamo armando fino ai denti – L’insospettata importanza delle lotte per cambiare toponimi e nomi delle vie – Via l’assassino Cadorna dai nomi di piazze e vie – Nel momento in cui dominano il culto del capo e il «ci pensa lui», la diserzione è importantissima – Bentornati, fantasmi della diserzione.
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