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Podcast LUNA CALANTE Plaquette Monografica buen vivir andino 2016

16:06
 
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Il buen vivir andino è molto di più di una corrente filosofica o economica: è un atteggiamento di vita che dalle Ande si è diffuso in tutto il mondo mietendo successi per la sua coerenza ed efficacia nella ricerca di un’economia altra e di un modo sostenibile e rispettoso di approciarci all’ambiente e ai nostri simili. Nel maggio 2016 si è tenuto presso il Centro Culturale Candiani di Mestre (Venezia) un incontro voluto da Giorgio Conti degli Archivi della sostenibilità di Ca’ Foscari dal titolo “De-pil-iamoci” con un gioco di parole scherzoso che allude a strategie possibili per andare oltre il PIL e i suoi dettami. Noi dell’Associazione Culturale Progetto 7LUNE siamo stati invitati a contribuire al dibattito sul “Buen Vivir “con una riflessione sugli esiti artistici e letterari che circondano questo “movimento” e le sue peculiari caratteristiche. Dalla ricerca su questo tema nasce la plaquette che vi proponiamo ora, senza la presunzione di essere esaustivi, al contrario, pochi ma vibranti testi che tratteggino un’atmosfera, un paesaggio, un’intenzionalità, quella del Sumakkawsay, che rifiuta la legge dell’accumulo dei beni, in favore di un benessere che contempli l’armonia con la natura. Un’attitudine, questa, che si vede riflessa anche nelle costituzioni di Ecuador e Bolivia, non solo dunque come parte del discorso dei movimenti indigeni, ma come definizione politica di un intero paese e di tutti i suoi abitanti. Lo scambio comunitario, l’armonia tra vita biologica e spirituale, si contrappongono dunque al benessere come ozio e ricchezza materiale dei paesi europei e non solo. La componente etica di questa proposta fa capire che la meta di questo modello di sviluppo non sia la crescita economica in quanto tale: il fine ultimo di questi concetti ancestrali è piuttosto una vita piena, degna, in armonia e in equilibrio con l’universo e tutti gli esseri viventi. L’alienazione consumistica viene perciò vista come un male da sanare solo attraverso un cambio definitivo che prediliga l’essere all’avere, che creda nel rispetto e nella solidarietà come motori fondamentali del possibile miglioramento delle condizioni di vita, una vita in cui ci sia tempo di conversare, scambiarsi pensieri e riflessioni e godere di testi (María Cristina Botelho Mauri, Homero Carvalho Oliva e Perla Rivera) e opere d’arte (la copertina di Paolo Franklin Palacios Salas e le fotografie di Misha Vallejo) come quelle che vi stiamo offrendo, ricche delle suggestioni che hanno coniato e fortificato questa visione del mondo in cui tradizione, umanità e sviluppo si fondono in un unico profondo sguardo. Nella copertina di questo numero: opera intitolata “Camèlido Andino Hybrido” in tecnica mista, del 2016. É un dipinto dell’artista peruviano Paolo Franklin Palacios Salas, diplomato in Bellas Artes Macedonio de la Torre, a Trujillo, egli plasma la sua cosmovisione del mondo attraverso un bestiario magico, creando un amalgama pittorico partendo dall’arte precolombiano. Ha e-sposto le sue opere in Perú e Messico. La musica nel podcast è del musicista costaricano Mauricio Gutiérrez.
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