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“La Vita Accanto”, intervista al regista Marco Tullio Giordana

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Al Locarno Film Festival, Fred Film Radio ha avuto il piacere di intervistare Marco Tullio Giordana, rinomato regista italiano, per parlare del suo ultimo lavoro, “La Vita Accanto”, presentato fuori concorso. Giordana ci ha svelato la genesi del film, tratto dal romanzo di Maria Pia Veladiano, e ci ha accompagnato in un viaggio attraverso le complessità umane e familiari che permeano la storia.

La genesi di “La Vita Accanto”

Marco Tullio Giordana ha condiviso come il progetto inizialmente fosse nelle mani di Marco Bellocchio, il quale, impegnato in altri lavori, gli ha proposto di prenderne le redini. Dopo aver letto la sceneggiatura e il romanzo, Giordana ha deciso di accettare la sfida: “ho letto la sceneggiatura che Bellocchio aveva scritto con Gloria Malatesta, poi ho letto anche il romanzo. Ho letto prima la sceneggiatura e poi il romanzo. Mi sono piaciute molto e quindi ho deciso di farlo.”
Il film, ambientato a Vicenza, una città ricca di storia e arte, riflette non solo la bellezza del luogo, ma anche le dinamiche interne di una famiglia complessa.

L’ambientazione e le relazioni familiari

L’ambientazione provinciale di Vicenza ha offerto a Marco Tullio Giordana l’opportunità di esplorare le sfumature della vita di una famiglia italiana, con i suoi momenti di felicità, conflitto, amore non espresso e ribellione adolescenziale. “Questa storia racconta una famiglia che, come tutte le famiglie, alterna momenti di infelicità, di felicità, di amore che non riesce a esprimere, di conflitti… qualcosa che mi ha toccato molto da vicino,” ha detto il regista, descrivendo come queste dinamiche risuonino universalmente con chiunque abbia vissuto la complessità delle relazioni familiari.

Fedeltà allo spirito del romanzo

Marco Tullio Giordana ha sottolineato l’importanza di mantenere l’essenza del romanzo, pur riconoscendo che il cinema ha bisogno di tradurre le parole in immagini, spesso prendendosi delle libertà necessarie. “Non si può essere fedeli [al romanzo]… il cinema non deve mai spiegare nulla, deve solo mostrare,” ha affermato, spiegando come la trasposizione cinematografica richieda un linguaggio diverso. La stessa autrice del romanzo, dopo aver visto il film, ha apprezzato il risultato, riconoscendo come il film, pur allontanandosi in alcuni punti, fosse fedele alle fondamenta della storia.

La prigione delle relazioni familiari

Il regista ha riflettuto sul modo in cui i personaggi del film sembrano metaforicamente prigionieri all’interno della loro casa, legati dal senso di colpa, dai segreti e dall’ipocrisia. “Non deve ingannare il fatto che per esempio tutta la vicenda parla di una famiglia molto abbiente… questi sentimenti di profonda ambivalenza ci sono in qualsiasi famiglia,” ha osservato Giordana, sottolineando come queste dinamiche siano presenti indipendentemente dalla classe sociale.

L’accettazione del corpo e dell’identità

Uno dei temi centrali di “La Vita Accanto” è l’accettazione del proprio corpo, una questione estremamente rilevante nella società contemporanea. “Esiste una specie di prescrizione sociale a essere secondo un modello… e chi si sente o è diverso da quel modello si sente un proscritto,” ha dichiarato Giordana, esprimendo una critica nei confronti delle aspettative sociali. La protagonista, segnata da una macchia sul viso, deve affrontare le paure e le ossessioni della società verso l’imperfezione e la diversità. Tuttavia, attraverso la sua passione per la musica, la giovane Rebecca trova una via di fuga da questi vincoli, dimostrando come le passioni possano davvero salvare una vita.

Marco Tullio Giordana © Angelo Turetta
Marco Tullio Giordana © Angelo Turetta

Il potere salvifico della passione

Giordana crede fermamente che trovare una passione possa dare senso e gioia alla vita, e questo è evidente nel percorso di Rebecca nel film. “Ho sempre pensato che se uno trova qualcosa che veramente lo fa godere, gioire… è una fortissima motivazione,” ha condiviso, spiegando come la musica diventi la via di salvezza per la protagonista, permettendole di allontanarsi dalle pressioni familiari e scoprire la sua identità.

Con “La Vita Accanto”, Marco Tullio Giordana esplora temi complessi e universali che parlano tanto al passato quanto al presente. La sua capacità di trasporre un romanzo in una potente esperienza cinematografica rende il film un’opera significativa, capace di aprire dibattiti e riflessioni profonde sul tema dell’accettazione e delle dinamiche familiari. Presentato al Locarno Film Festival, “La Vita Accanto” conferma ancora una volta Giordana come uno dei registi più incisivi e sensibili del panorama cinematografico italiano.

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La genesi di “La Vita Accanto”

Marco Tullio Giordana ha condiviso come il progetto inizialmente fosse nelle mani di Marco Bellocchio, il quale, impegnato in altri lavori, gli ha proposto di prenderne le redini. Dopo aver letto la sceneggiatura e il romanzo, Giordana ha deciso di accettare la sfida: “ho letto la sceneggiatura che Bellocchio aveva scritto con Gloria Malatesta, poi ho letto anche il romanzo. Ho letto prima la sceneggiatura e poi il romanzo. Mi sono piaciute molto e quindi ho deciso di farlo.”
Il film, ambientato a Vicenza, una città ricca di storia e arte, riflette non solo la bellezza del luogo, ma anche le dinamiche interne di una famiglia complessa.

L’ambientazione e le relazioni familiari

L’ambientazione provinciale di Vicenza ha offerto a Marco Tullio Giordana l’opportunità di esplorare le sfumature della vita di una famiglia italiana, con i suoi momenti di felicità, conflitto, amore non espresso e ribellione adolescenziale. “Questa storia racconta una famiglia che, come tutte le famiglie, alterna momenti di infelicità, di felicità, di amore che non riesce a esprimere, di conflitti… qualcosa che mi ha toccato molto da vicino,” ha detto il regista, descrivendo come queste dinamiche risuonino universalmente con chiunque abbia vissuto la complessità delle relazioni familiari.

Fedeltà allo spirito del romanzo

Marco Tullio Giordana ha sottolineato l’importanza di mantenere l’essenza del romanzo, pur riconoscendo che il cinema ha bisogno di tradurre le parole in immagini, spesso prendendosi delle libertà necessarie. “Non si può essere fedeli [al romanzo]… il cinema non deve mai spiegare nulla, deve solo mostrare,” ha affermato, spiegando come la trasposizione cinematografica richieda un linguaggio diverso. La stessa autrice del romanzo, dopo aver visto il film, ha apprezzato il risultato, riconoscendo come il film, pur allontanandosi in alcuni punti, fosse fedele alle fondamenta della storia.

La prigione delle relazioni familiari

Il regista ha riflettuto sul modo in cui i personaggi del film sembrano metaforicamente prigionieri all’interno della loro casa, legati dal senso di colpa, dai segreti e dall’ipocrisia. “Non deve ingannare il fatto che per esempio tutta la vicenda parla di una famiglia molto abbiente… questi sentimenti di profonda ambivalenza ci sono in qualsiasi famiglia,” ha osservato Giordana, sottolineando come queste dinamiche siano presenti indipendentemente dalla classe sociale.

L’accettazione del corpo e dell’identità

Uno dei temi centrali di “La Vita Accanto” è l’accettazione del proprio corpo, una questione estremamente rilevante nella società contemporanea. “Esiste una specie di prescrizione sociale a essere secondo un modello… e chi si sente o è diverso da quel modello si sente un proscritto,” ha dichiarato Giordana, esprimendo una critica nei confronti delle aspettative sociali. La protagonista, segnata da una macchia sul viso, deve affrontare le paure e le ossessioni della società verso l’imperfezione e la diversità. Tuttavia, attraverso la sua passione per la musica, la giovane Rebecca trova una via di fuga da questi vincoli, dimostrando come le passioni possano davvero salvare una vita.

Marco Tullio Giordana © Angelo Turetta
Marco Tullio Giordana © Angelo Turetta

Il potere salvifico della passione

Giordana crede fermamente che trovare una passione possa dare senso e gioia alla vita, e questo è evidente nel percorso di Rebecca nel film. “Ho sempre pensato che se uno trova qualcosa che veramente lo fa godere, gioire… è una fortissima motivazione,” ha condiviso, spiegando come la musica diventi la via di salvezza per la protagonista, permettendole di allontanarsi dalle pressioni familiari e scoprire la sua identità.

Con “La Vita Accanto”, Marco Tullio Giordana esplora temi complessi e universali che parlano tanto al passato quanto al presente. La sua capacità di trasporre un romanzo in una potente esperienza cinematografica rende il film un’opera significativa, capace di aprire dibattiti e riflessioni profonde sul tema dell’accettazione e delle dinamiche familiari. Presentato al Locarno Film Festival, “La Vita Accanto” conferma ancora una volta Giordana come uno dei registi più incisivi e sensibili del panorama cinematografico italiano.

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